mercoledì 12 marzo 2025

L'industria di Stato dietro le Bierre


Una mia fonte afferma: "Conosco il proprietario dello Stramotel di Falconara". Ricorderanno i lettori che venne tirato in ballo nell'aprile del 1980, durante l'operazione dell'antiterrorismo contro le Brigate Rosse. Si disse che era parente del brigatista Massimo Gidoni, psichiatra di Falconara, amante delle barche; colui che nell'agosto del 1979, grazie al suo natante ancorato nel porto di Ancona, condusse Mario Moretti in Libano in cerca di armi. 

Eppure incredibilmente il proprietario dello Stramotel, dove lavoravano quasi tutti i brigatisti della colonna marchigiana, non fu indagato. Ebbene questo signore era direttore dello stabilimento Montedison. A Falconara Marittima erano molto noti due fratelli costruttori, si chiamavano Lucconi. Edificarono un maxi albergo in quella zona, all'imbocco della strada nazionale per Senigallia, proprio per essere al servizio della caserma militare Saracini di Falconara, con l'obiettivo di ospitare i parenti dei militari di leva durante i giuramenti, e poi per gli operai della raffineria Api dell'ENI, altra attività di un certo rilievo.

L'altro fratello era direttore della Camera di Commercio di Ancona. Erano di estrazione politica cattolica, forse democristiana. Ma quando l'hotel fu coinvolto nelle indagini del generale Dalla Chiesa di chi era lo Stramotel? Dai documenti depositati presso la Camera di Commercio risulta titolare un certo Primo Connestrari. Fu usato come testa di legno per eventuali indagini? Secondo la mia fonte era legato al mondo bancario, probabilmente un dirigente, ma nulla di più. La stranezza, come già scritto, fu che non aveva aperto né una spa né una srl per l'albergo, che risultava essere, a livello fiscale, una semplice società personale senza obbligo di bilancio. È un po' come il piccolo artigiano che apre un negozietto e assume un garzone. Ma in questo caso - sottolinea pure il mio informatore - parliamo di un palazzo intero con ristorante, bar, numerose stanze, camerieri, impiegati, inservienti. Tutti o quasi brigatisti e tutti a carico di una sola persona. Un po' particolare come storia.  

Dunque l'area in cui si muovevano Liverani e Gidoni, direttore e parente del proprietario dell'albergo nonché capi storici della colonna marchigiana delle Bierre - in particolare del ramo falconarese - era l'industria di Stato; quella Montedison che proprio mentre nascevano le Brigate Rosse finiva nel mirino della magistratura per i fondi neri, forse usati per finanziare il terrorismo. Terrorismo economico, lo chiamarono. Ma la stessa Montedison era in quel periodo una cassaforte di un ramo molto particolare dell'industria statale che portava alla Montedel, cioè alla produzione di armi e di conseguenza alle tangenti della Lockheed Martin, mazzette che servivano per farci arrivare i loro aerei in esclusiva. Una vecchia storia, ma forse nemmeno troppo. 

Quindi armi dello Stato italiano, tuttavia con possibili connessioni con Mosca, molto sullo sfondo a dire il vero, almeno finché l'opinione pubblica non aprirà gli occhi sulle intromissioni dell'URSS nella nostra economia. Infatti l'ex gerarca Jan Sejna citò nel suo libro (mai tradotto in italiano, vero cari editori?) un episodio molto preciso, rintracciabile sui giornali dell'epoca, che coinvolse la Montecatini e servì al Kgb per girare del denaro al mondo comunista italiano. La Montedison era soltanto una delle numerose aziende italiane statali e private che avevano aperto una filiale nell'ex URSS. Questo può essere stato l'ambiente politico che ha coperto per oltre un decennio le stragi delle Brigate Rosse. Una storia complicata. Ma forse l'abbiamo esposta in modo chiaro ed esaustivo.

Oggi l'ex Stramotel giace nel più completo abbandono. Sembra che dopo gli arresti fu trasformato almeno nel pian terreno in un ristorante, per qualche tempo. Ora si dice che un nuovo progetto stia nascendo, con molta fatica e con la lentezza burocratica che caratterizza le grandi opere delle Marche.



 

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