sabato 22 marzo 2025

L'Italia obiettivo della rete Caraman?

 


“L'Italia ha avviato le procedure per ottenere dal governo argentino l'estradizione di Giovanni Ventura, un terrorista neofascista recentemente arrestato a Buenos Aires, ha annunciato una fonte diplomatica nella capitale argentina. In Italia Ventura è stato condannato all'ergastolo per l'attentato commesso nel dicembre 1969 contro una banca milanese, un'azione terroristica che provocò la morte di 16 persone e il ferimento di altre 100 persone.“

Questa notizia usciva il 22 agosto del 1979 in Romania; e non in un giornale qualunque. Ciò che avete letto era ben in evidenza, in neretto, nell’ultima pagina di Scinteia Tineretului, l’organo ufficiale del Partito Comunista Rumeno. Basta sfogliare le altre sette pagine per rendersi conto che Scinteia - come ci spiega Wikipedia - non soltanto era un organo di partito, per giunta l’unico esistente in Romania, ma rappresentava il pensiero di una sola persona, divinizzata e onnipresente nella vita del Paese: Nicolae Ceausescu. Il nome, la “parola” del dittatore, spesso anche la sua immagine, erano l’argomento principale di ciascuna delle otto pagine. 

E’ in un contesto del genere, in cui l’unico interesse pubblico pareva essere la politica socialista di Ceausescu, che quel giorno era comparsa la notizia dell’imminente arresto di Giovanni Ventura, accusato insieme a Franco Freda, con quest’ultimo del tutto ignorato dal giornale, di strage contro numerosi civili a Milano. 

Stiamo tornando a parlare di un probabile collegamento tra Ventura e la Romania. Ma allora non fu un’invenzione di Giampaolo Pansa questo accostamento così inedito, scomparso e ignorato dalla pubblicistica recente sulla famigerata bomba di Piazza Fontana? Siamo convinti di no, anzi, pensiamo che questo sia stato il primo di una lunga serie di attentati di marca sovietica, comunista, negli anni di piombo italiani. 

L’interesse del Partito Comunista Rumeno per Ventura è una prova concreta. Eppure non è questa la fonte documentale dalla quale eravamo partiti per trovare, a botta sicura, l’articolo di Pansa nell’archivio del quotidiano La Stampa. 

Sapevamo di una notizia così decisiva da oltre un anno, ma l’abbiamo tenuta lì, in attesa di sviluppi. Perché volevamo vederci chiaro. E gli sviluppi ci sono stati, con gli articoli di Carmine Pecorelli, detto Mino, che, fatti riemergere dall’oblio, hanno scoperchiato il vaso di pandora su una P2 rumena. 

Ma allora qualcuno era convinto della complicità rumena anche nella bomba di Piazza Fontana? quindi molti anni prima che Gelli diventasse il deus ex machina della politica italiana? Certamente, e questi era Salvatore Francia, direttore del periodico Anno Zero, coinvolto a vario titolo nelle stragi di Stato; che abbiamo da pochi anni ritrovato nell’album del terrorismo del KGB, in qualità di elemento quantomeno favorevole alla politica del Politburo russo. Il suo Anno Zero, uscito in tre numeri (c’è chi dice quattro) nel 1974, condusse una controinchiesta sulla strage di Piazza Fontana, con il dichiarato obiettivo di scagionare sia la sinistra di Valpreda, sia la destra di Freda. Il nome di quest’ultimo a volte lo si trova come Franco a volte, è il caso di questo periodico, come Giorgio, altra stranezza. Nel numero tre, molto raro, uscito poco prima della strage dell’Italicus e quindi nel maggio del 1974, la controinchiesta si concludeva con l’indicazione del governo Rumor quale organizzatore della carneficina del 1969. Una strage del “sistema”, che - sembra potersi evincere - comprendeva anche una spia che aveva portato elementi “concreti” dei suoi contatti con la Romania: Giovanni Ventura. 

Ma perché un uomo vicino al Kgb ci forniva la prova di un simile mandante? Intanto bisogna specificare, per chi non avesse letto le nostre altre indagini, che la descrizione che Pansa proponeva della rete spionistica di Ventura corrisponde quasi perfettamente alla rete Caraman, di cui già avevamo parlato. Viene infatti descritta così dall’Intelligenza Artificiale: “La rete Caraman è stata una delle più efficaci operazioni di spionaggio condotte dai servizi segreti rumeni (Departamentul de Informații Externe, DIE) durante la Guerra Fredda. Il suo nome deriva da Mihai Caraman, l'ufficiale dell'intelligence rumena che la guidò e che riuscì a penetrare il quartier generale della NATO a Parigi tra gli anni '60 e '70.” Dunque la Francia e i gollisti erano coinvolti dall’operazione coperta dei rumeni, i quali si proponevano come intermediari indipendenti, ma nei fatti non lo erano. Degli italiani poco si seppe, proprio perché questa pista, per il mandante della strage, fu incredibilmente abbandonata, o comunque trasformata in un’accusa contro la CIA. 

Ma allora come mai Anno Zero confermava e avvalorava questa ipotesi che avrebbe scosso l’ambiente comunista estero? Facciamo una breve analisi. La data che ci viene proposta per la fine dell’operazione Caraman è sospetta: proprio il 1969. Pare che i servizi segreti francesi avessero scoperto parte di queste trame comuniste e la sede della Nato fu trasferita da Parigi a Bruxelles. Caraman fece subito ritorno a Bucarest e pose fine alle sue attività. Nel frattempo l’Italia era stata scossa dagli attentati. E sempre tra il 1969 e il 1971 il professor Guido Lorenzon rivelò alla magistratura le trame nere di Freda e Ventura. 

A questo punto possiamo soltanto formulare qualche considerazione logica. L’incriminazione di Ventura e la sua confessione non furono una buona notizia per i servizi dell’est. La speranza di una spia dell’est non poteva che essere, in quel periodo, di restare nell’ombra ed emigrare in Russia tra onori e ricompense, come fece Philby del “Cambridge Five”, per esempio. L’operazione “Anno Zero” va vista quindi in questa ottica: bruciata la rete Caraman, e lasciati al loro destino i collaboratori, bisognava rimescolare le carte. 

Altra domanda: il governo democristiano di Mariano Rumor, che stava avviando una ostpolitik aprendo l’Italia al commercio con i Paesi Socialisti, poteva essere a conoscenza di queste trame spionistiche? Ci sembra meno probabile. Diremmo che Rumor, Moro, furono vittime inconsapevoli di una politica troppo generosa verso il mondo comunista, così subdolo e ambiguo.

Analizziamo infatti il giornale Anno Zero. Leggendo i vari articoli balza alla mente un paragone proprio con la rete rumena, perché la posizione politica di Ordine Nero, la rifondazione di Ordine Nuovo di Freda e Ventura, restava sempre a metà tra Urss e Usa, con l’obiettivo di cercare una “terza posizione” (un gruppo neofascista più avanti si chiamerà proprio così) per incanalare una forte protesta anti-borghese che rifiutasse di seguire pedissequamente i due blocchi. In sostanza, una trappola pericolosa, perché lo spirito violento - fosse o non fosse Ordine Nero il mandante delle stragi - era già evidente dagli articoli di Anno Zero; il quale tuttavia potrebbe aver avuto il ruolo di allontanare il mandante dall’ambiente spionistico e dagli esecutori della destabilizzazione. Una fase due della “Strategia della tensione”? Potremmo chiamarla così, sostituendo l’Alleanza Atlantica col Patto di Varsavia. Nello stesso periodo cominciava ad avere un ruolo attivo, simile a quello della rete Caraman, anche la loggia massonica Propaganda 2 di Licio Gelli, commerciante di materassi pistoiese che abbiamo imparato a conoscere; ambiguo e voltagabbana, che faceva la spola tra Italia e Romania e non solo per gli affari commerciali.

Giovanni Ventura fu nel frattempo arrestato, processato e nel 1978 se ne scappò in Argentina, dove le voci sulla sua appartenenza al servizio segreto rumeno si fecero più forti (e a questo attribuiremmo l’uscita dell’articolo di Scinteia). Venne quindi estradato e rimesso dietro le sbarre. Eppure dal processo per l’attentato uscì scagionato. Nel 1987 fu definitivamente assolto per la strage di Piazza Fontana per insufficienza di prove, ma condannato per associazione sovversiva (stessa sorte per Franco Freda). Scontò parte della pena in Italia prima di tornare in libertà e all’estero, sempre in Argentina, dove gestiva il ristorante “Filo”. Morì nel 2010 per una malattia.

1 commento:

  1. "il nuovo capitano Mihai Caraman fu trasferito alla Prima Direzione "Intelligence Estera", come capo dell'ufficio 2 "Italia", all'interno del IV servizio "Francia-Italia-Belgio". [8]" Fonte: Wikipedia

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