domenica 24 gennaio 2016

Dossier Sifar, gli Stati Uniti sapevano ma non erano colpevoli


Lo spionaggio di 157 mila italiani operato dal Sifar e gli incontri segretati avvenuti ad Ancona non videro protagonista la Cia. Lo si apprende nel libro di Molinari e Mastrorilli "L'Italia vista dalla Cia", scritto con documenti inediti americani. Questo lavoro dimostra che gli americani non parteciparono ad alcuno spionaggio, ma semmai temevano nei primi anni '60 un golpe della destra o della sinistra. E perciò favorirono la nascita del governo di centrosinistra DC-PSI, orientato verso le riforme, che è proprio ciò che gli autori del golpe di De Lorenzo non avrebbero mai voluto. C'è anche un fatto inedito. Il governo americano seppe con un telegramma anonimo, giunto il 26 giugno 1963 da Roma, che in Italia c'era il rischio di un golpe del PCI. Ma non era vero. La Cia fece fare un'indagine dalla polizia italiana nella quale si scoprì che, non solo il PCI non voleva un golpe ed era più propenso ad entrare al governo, ma che per scongiurare questa seconda ipotesi il presidente della Repubblica Antonio Segni, il ministro della Difesa Andreotti e il generale Giovanni De Lorenzo avevano attivato delle esercitazioni militari a Santa Severa. L'anno dopo scattò il "Piano solo" dei carabinieri, ma senza l'intervento americano. Manca infatti ogni riferimento a quel fantomatico documento della Cia pubblicato da L'Astrolabio e ripreso nella storia dei servizi segreti della Vilasi. Cosa accadde dunque negli anni '60? Non sono bastati tre libri recenti per scoprirlo. E' probabile che Allavena, De Lorenzo, i carabinieri e il presidente della Repubblica Segni furono indotti ad una prova di forza da elementi corrotti dei nostri servizi segreti. Andreotti nel libro "Governare con la crisi" difese il suo amico De Lorenzo. A suo dire, il normale spionaggio del Sifar fu deviato verso scopi ricattatori, gli stessi che furono poi attuati dalla Commissione Antimafia con la pubblicazione di "tutte le veline rinvenute".

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