martedì 27 settembre 2016
I campi di concentramento del 2016
Lo Stato italiano sta creando dei veri campi di concentramento. Netta è infatti la similitudine tra l'aspetto architettonico dei lager nazisti e quello dei centri di accoglienza. Ma è anche ingiusta la detenzione che subiscono questi stranieri, che vengono privati persino di un avvocato. Lo sottolineava nel marzo del 2014 il senatore marchigiano Luigi Manconi, che con la sua commissione aveva fatto visita ai Cie, i centri per l'identificazione e l'espulsione. Scriveva: "Si è riscontrata la presenza di persone private della libertà personale per prolungati e periodi di tempo, impossibilitate a svolgere alcun tipo di attività ricreativa o formativa." Manconi era rimasto colpito dalla depressione di questi stranieri, costretti a prendere psicofarmaci. Le regole adottate da ogni singola prefettura erano durissime. "Alcuni dei divieti previsti nei singoli centri dalle prefetture sono incomprensibili - lamentava il senatore nella relazione - non sono permessi gli accendini, e solo in alcuni casi si possono usare i fiammiferi; i lacci delle scarpe vengono requisiti all’ingresso nel centro; non sono ammessi telefonini con la fotocamera". La vera organizzazione di questi centri la si trova sul sito del Ministero dell'Interno. Esistono tre categorie: la prima riguarda chi arriva dall'estero. Per loro esistono i centri di primo soccorso e accoglienza (Cpsa). Lo Stato però sta cercando anche tutti gli stranieri già presenti in Italia, che finiscono nei famigerati Cara, se chiedono protezione internazionale, e nei centri di accoglienza. Su questi ultimi c'è una frase terribile: Essi - dice il sito del Ministero - "garantiscono prima accoglienza allo straniero rintracciato sul territorio nazionale per il tempo necessario alla sua identificazione e all'accertamento sulla regolarità della sua permanenza in Italia." Si tratta a nostro avviso di una vera discriminazione razziale, se non di un rastrellamento nazista. Solo chi non chiede protezione internazionale finisce nei Cie, la terza categoria, e ciò spiega perché il senatore Manconi li trovò semivuoti. Inutile aggiungere che il Ministero non cita alcuna legge dello Stato, se non per i già noti Cie.
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