domenica 24 aprile 2016

Esplosioni nelle montagne: quali danni hanno provocato?


I terremoti artificiali ebbero ripercussioni anche a distanza di anni? Questo è quanto sembra sia avvenuto in seguito all'esperimento che fu messo in atto nella zona di Nizza. Era l’estate del 1958. I giornali italiani annunciarono e testimoniarono un avvenimento insolito. Sulle alpi francesi al confine con l’Italia stavano per esplodere ben 200 tonnellate di esplosivo, che sarebbero state utili per sperimentare gli effetti nell’aria e nella terra delle onde sismiche. La notizia apparve in un trafiletto, che fu ancora più invisibile quando scattò l’ora X: il 10 settembre del 1958. Probabilmente vi furono gli stessi movimenti che videro i testimoni del terremoto artificiale di Archia. Alcuni camion trasportarono l’esplosivo fino ai 2400 metri di altitudine, costruendo addirittura una strada nella vallata del Boreon perché ciò potesse avvenire. La località esatta della deflagrazione fu scelta vicino Mollieres. L’ingente quantitativo di esplosivo venne inserito in profondità vicino al Lac Negr e sicuramente saltò in aria. L’11 settembre del 1958 si parlò però soltanto di 5 tonnellate di esplosivo. Ma l’elemento più preoccupante è che, separato da una montagna, a poca distanza sorge Entracque, il paese del cuneese dove nel 1966 la gente era preoccupata per dei terremoti continui, e dove il Politecnico di Milano installò dei rilevatori di terremoti artificiali.

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