mercoledì 6 aprile 2016

Regeni, ricercatore di Cambridge ignorato dai Lord


Il parlamento inglese ha ignorato il caso Regeni. Lo afferma una notizia pubblicata ieri sul giornale online Cambridge News. Secondo i giornalisti britannici il governo inglese sta privilegiando gli interessi commerciali ed economici sui diritti umani, e lo dimostrerebbe lo scarso impegno nel sostenere il governo italiano nelle indagini sulla morte dello «studente di Cambridge» Giulio Regeni. Ma anche l'Italia ha i suoi scheletri nell'armadio. Il ministro degli esteri Gentiloni, dopo essersi detto pronto a combattere l'Isis nella nostra vecchia e cara Libia, si è appellato alla ottocentesca Ragion di Stato per conoscere la verità su Regeni. Il giovane massacrato in Egitto era infatti anche un giornalista. Lo dimostrano i messaggi di cordoglio sul sito della FNSI. Probabilmente ci sono molti altri colleghi che per Ragion di Stato scrivono pezzi per i giornali. Senza contratto? Senza albergo pagato? Senza accrediti stampa? Mandati allo sbaraglio? Poco importa al sindacato della categoria. L'aspirazione è uno stipendio con fondi pubblici. Ma i leader politici sono a conoscenza di questo andazzo? In Italia esiste sicuramente un giornalismo parallelo «di Stato». Sul sito del Ministero della Difesa c'è una pagina in cui si invitano gli amanti dello spionaggio a collaborare inviando articoli. Uno stratega militare dello stesso Ministero, tale Lucio Martino, tiene lezioni di giornalismo internazionale, facendosi confondere con un altro Lucio Martino, vero caporedattore marchigiano del Resto del Carlino. I servizi segreti stessi hanno iniziato a pubblicare giornali come Gnosis, che si mimetizzano nella politica estera dei quotidiani autentici. Il pericolo di un giornalismo fuori dalle leggi quindi esiste. Speriamo non sia la Ragion di Stato che invoca il Ministro Gentiloni.

Il ministro italiano Paolo Gentiloni in un incontro internazionale; foto in pubblico dominio su Wikimedia Commons.

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