martedì 21 giugno 2016
Contrada, il mafioso che lavorava con Falcone
Bruno Contrada, l’ex poliziotto condannato perché sospettato di aver favorito la mafia, lavorava con il giudice Falcone. Nei primi anni ‘80 questi due inquirenti, insieme, conclusero un’inchiesta che da sola racchiude tutti i luoghi e i personaggi del film della Rai, la Piovra. Si può dire che i dubbi sull’ex capo della Criminalpol, allora, non ci fossero. Contrada e Falcone avevano messo le mani su un’organizzazione che, partendo da Marsiglia, in Francia, trafficava la droga, la raffinava in Sicilia e la esportava a New York. Era per l’esattezza giovedì 28 agosto 1980 quando su La Stampa veniva pubblicata questa notizia: a produrre l’eroina per New York era stato il boss Gerlando Alberti, che perciò era finito al fresco all’Ucciardone.
Le raffinerie furono trovate in alcune ville situate tra Carini e Trabia. Già, le ville, come quelle della Piovra 1. Un altro covo pare che Bagarella se lo fosse creato nel castello di San Nicola, che ricorda per certi panorami quello in cui nella Piovra 10 si rifugerà Tano Cariddi prima di suicidarsi sull’Etna. Il lavoro del giudice Falcone era quasi al termine. E’ il processo più vasto mai costruito a Palermo, scrisse Francesco Santini. “Scritta la sentenza potrò lasciare la scorta - dichiarò Giovanni Falcone - tutto sarà noto, non avranno interesse a uccidermi”. Nessuno in quel momento accusava Bruno Contrada. Sarà il giudice svizzero Carla Del Ponte, che ricorda tanto la giudice Silvia Conti del film La Piovra 10, a testimoniare contro Contrada. Ma questo avvenne solo dopo che Giovanni Falcone fu barbaramente assassinato nella strage di Capaci il 23 maggio del 1992. Come mai questo ritardo?
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