lunedì 27 giugno 2016

Israele prende le distanze dai soldati dell'Isis


Israele sembra scuotersi dopo le voci insistenti di un suo coinvolgimento nella guerra in Siria. Il giornale online ynetnews.com ha annunciato ieri che il Ministro dell'Interno israeliano Aryeh Deri ha presentato formale richiesta al procuratore generale Avichai Mandelblit di revocare la cittadinanza israeliana a due persone già condannate dalla giustizia per aver aderito a gruppi affiliati all'Isis. I due si chiamano Khalil Khalil, palestinese ventiseienne residente a Gerusalemme Est, e Lukman Atun, ventiquattrenne e anche lui di Gerusalemme Est. Il giornale israeliano sottolinea che è la prima volta che un simile provvedimento viene adottato contro gli affiliati all'Isis. I due accusati provengono da una zona che Israele acquisì con la famosa guerra dei sei giorni del 1967. Basterà questo gesto dimostrativo a placare la propaganda anti-israeliana sul web? Il dibattito circa la vera natura politica dell'Isis è in realtà apertissimo e non appartiene solo alla propaganda palestinese. Su Youtube e su Google impazzano video e siti secondo i quali l'Isis starebbe attaccando il mondo intero tranne, guarda caso, proprio il territorio di Israele. Vi sono persino interviste a prigionieri dell'Isis i quali tirano in ballo non soltanto Israele, tra i loro complici e finanziatori, bensì anche la Turchia, l'Arabia Saudita, e i servizi segreti degli Usa, del Regno Unito e della Francia.

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