lunedì 20 giugno 2016

La "legge salvaladri", un fantasma nell'attualità


Proseguono senza sosta le notizie di arresti domiciliari per politici più o meno importanti, soprattutto quando inizia la settimana lavorativa. L'epoca di Tangentopoli si trascina stancamente nell'attualità. I primi tentativi di porvi un freno risalgono addirittura al governo Ciampi e al successivo Berlusconi I del 1994, la cui famigerata legge "salvaladri" convinse il pool di Mani Pulite a protestare pubblicamente. In un libro di Montanelli e Cervi sulla storia italiana del novecento si legge che questa legge, nota come decreto Biondi, prevedeva la revoca della custodia cautelare in carcere per i reati che non destavano allarmi sociali, come quelli che colpivano l'amministrazione pubblica. Un imputato in quel caso poteva essere tenuto dietro le sbarre "solo se il rischio di fuga era effettivo e ogni altra misura appariva inadeguata". E così accade nelle notizie che leggiamo negli ultimi anni. Tutti indagati, tutti a casa. Tuttavia c'è un problema. Il decreto legge deve poi essere trasformato in legge entro 60 giorni dalla sua pubblicazione, altrimenti perde efficacia. E il decreto Biondi, afferma un articolo del 2013 de Il Giornale, non venne tramutato in legge: "Il 19 luglio 1994 - vi è scritto - Giuliano Ferrara fu costretto ad annunciare che il decreto legge sarebbe stato ritirato, come puntualmente avvenne." Come mai quindi i giudici attuali stanno mettendo in pratica, apparentemente, quelle norme ormai prive di valore? E' un bel mistero.


La protesta del pool contro il decreto Biondi:  

L'articolo del Giornale: 



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