mercoledì 18 novembre 2015

Caso Mattei, prende corpo la pista francese


Se fosse vera la teoria di Enzo Biagi, scritta nel suo libro sulla storia dello spionaggio, l'assassino del presidente marchigiano dell'ENI, Enrico Mattei, avrebbe ora anche un identikit. Il grande Biagi parlò di una confessione. La rilasciò un certo Lamia, agente dello SDECE, un servizio segreto francese. Disse che a uccidere Mattei era stato Laurent, questo il nome di battaglia, il quale in 15 minuti avrebbe manomesso l'altimetro sul Morane Saulnier, fermo all'aeroporto di Catania. L'aereo precipitò tra le fiamme nei pressi di Pavia. Era il 27 ottobre 1962. Ma Biagi era scettico riguardo a questa pista, perché 15 minuti gli parvero troppo pochi. Questo Laurent però è esistito. Ne parla il dossier Mitrokhin a proposito delle spie del KGB in Francia. Il nome di battaglia in realtà glielo diedero i sovietici. Laurent "era uno scienziato che lavorava in un istituto di ricerche aeronautiche della Nato". Quindi era la persona ideale per manomettere in poco tempo l'aereo di Mattei. Prove di un coinvolgimento dello SDECE, che era pieno di spie russe, nell'attentato non sono emerse. Si sa solo che Laurent ricevette nel 1973, 74 e 75 un premio dal KGB di 2000 franchi per il suo ottimo lavoro. E' probabile che questo tecnico aeronautico negli anni '60 non lavorasse ancora per i russi. La mia ipotesi quindi è che l'attentato, se fu lui a commetterlo, venne attuato per la politica antiamericana di Mattei.

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