lunedì 16 novembre 2015

Imi-Sir: il Consorzio salda il debito con il Sanpaolo?


Le cronache degli ultimi giorni (novembre 2015), in special modo del Sole 24 Ore, hanno evidenziato come Intesa-Sanpaolo abbia registrato nel bilancio attuale, alla voce delle entrate, delle novità sul fronte del processo Imi-Sir. Si è tornati così a parlare della guerra tra i Rovelli della Sir e la banca Imi, che si trascina dagli anni '90. A maggio del 2015 il tribunale civile di Roma ha stabilito che è la magistratura ad aver sbagliato, per via della corruzione nel primo processo vinto dai Rovelli nel 1990, costringendo così lo Stato a risarcire il danno, 173 milioni di euro più spese e interessi, ad Intesa Sanpaolo, visto che il giudice Metta e l'avvocato Acampora risultano "incapienti" (gli altri condannati sono gli avvocati Previti e Pacifico). Le cose stanno andando come il Nuovo Consorzio voleva: il Sanpaolo ha vinto la causa e ora sarà anche risarcito, in parte. Non trapela nulla di ciò che noi abbiamo svelato, ossia le trame occulte all'interno del Consorzio, che per conto dell'ex ministero del Tesoro era controllato dal Comitato, detentore del 60% delle quote del Consorzio Interbancario (il Nuovo Consorzio del 1982, appunto), nel quale figuravano moltissime banche del nord Italia, ma non più Intesa Sanpaolo (che controlla la vecchia banca pubblica Imi). Il Sanpaolo, come ricorderà chi ha letto i miei aggiornamenti, nel 2003 aveva litigato e chiesto comunque il pagamento dei danni del 1979, a prescindere dalla causa con i Rovelli. Ora ha ottenuto una discreta somma, ma siamo ancora lontani dai 1200 miliardi di vecchie lire che reclamava. Ci pare che questa condanna indiretta per lo Stato sia una specie di regolamento di conti all'interno di un forte, ma burrascoso sodalizio tra Stato e banche.

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