sabato 15 ottobre 2016

Abbiamo il mandante del delitto Moro?



Facciamo un gioco. Immaginiamo che l’URSS abbia vinto la guerra fredda, e che il popolo della Germania Est non abbia mai abbattuto il muro di Berlino. In questo mondo al contrario, i russi avrebbero scritto la storia attraverso i loro giornali, e noi, probabilmente, avremmo avuto altre rivelazioni simili a quelle degli anni ‘70. Ci riferiamo agli scoop che uscirono nel 1976 su L’Espresso, un settimanale che secondo l’Archivio Mitrokhin era di proprietà del KGB, o su Tempo. Ma immaginiamo che anche Andrew abbia voluto esagerare nel condannare lo spionaggio russo. Ebbene, il dossier del servizio segreto cecoslovacco sul terrorismo italiano potrebbe portarci al vero mandante del delitto Moro. In una nota del 28 gennaio 1976 venne redatto quindi un rapporto su Kostiw, che fu descritto come persona dal comportamento piacevole, dall’aspetto elegante, abile nel parlare il russo. Viveva a Roma. Pare che fu seguito dall’Stb, ma non fece movimenti sospetti. E’ l’ultimo documento del fascicolo. Il 6 ottobre 1986 l’Stb archiviò tutto, perché i dati erano “obsoleti e inutilizzabili”. Chi era però questo Kostiw, che nel 1976 - disse Scialoia - era al suo primo incarico alla Cia? Il 13 maggio 2006 il New York Times scrisse che fu un pezzo grosso della Cia nel settore dell’antiterrorismo, passato dal 2004 alle dipendenze di un certo Goss. In quel periodo il Washington Post scoprì uno scandalo: Kostiw nel 1981 era stato sorpreso mentre rubava in un supermercato un barattolo di pancetta da 2,13 dollari. E divenne così il “Bacon guy”. Ma basta per accusarlo di essere anche il mandante del delitto Moro?

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