giovedì 13 ottobre 2016

Per chi spiava l’editore Feltrinelli?


Che Giangiacomo Feltrinelli, editore e militante dell’estrema sinistra, fosse una spia era noto, sia ai parlamentari della commissione stragi del 2001, sia ad alcuni storici. Ma che non spiasse per i servizi cecoslovacchi è secondo noi una grossa novità, che emerge dal dossier che ci è stato inviato dall’archivio di Praga. I fatti sono questi. Tutto nacque da un articolo scritto da Ernesto Viglione su Il Settimanale, il 9 giugno 1976. Il giornalista sosteneva che Feltrinelli, prima di morire nel 1972, fulminato da un suo ordigno mentre preparava un attentato, avesse viaggiato verso Praga con passaporti falsi, intestati tra gli altri a un certo Giancarlo Scotti. Il governo comunista dunque non poteva non sapere, secondo Viglione, che dei terroristi, tra cui i responsabili delle stragi in Alto Adige, si recassero a casa sua per cercare protezione. L’Stb invece non ne sapeva nulla e cercò di aprire una sua inchiesta, dalla quale emerse che i viaggi dell’editore c’erano stati. Il 15 giugno del 1977 l’ufficiale Kubin scrisse queste parole: Feltrinelli ha “visitato la Cecoslovacchia per un totale di 5 volte, di cui 3 con il vero nome e 2 con il nome di Giancarlo Scotti”. Seguivano date, luoghi, orari e le fotocopie dei permessi, con tanto di foto, di Feltrinelli e del suo alter ego Scotti. Quindi dobbiamo correggere la commissione stragi: l’Stb non gestiva i movimenti di Feltrinelli, ma aveva i mezzi per rilevarne ogni movimento. Questo era il comunismo. Si è occupato di questa vicenda anche l’ex dottorando Roberto Bartali, che nel suo bel lavoro intitolato “L’ombra di Yalta sugli anni di piombo” ha estrapolato dati molto simili dai dossier del Sismi e del Sisde e dai fascicoli giudiziari. Secondo questi ultimi Feltrinelli nel 1971 si recò a Praga perché “a Radio Praga c’era una parte di quei partigiani che avevano avuto guai giudiziari.” Come è possibile allora che l’Stb non ne sapesse nulla? Non sarà mica che Feltrinelli era una spia dei nostri Servizi?

Una richiesta di visto di Giancarlo Feltrinelli al governo comunista di Praga.

Un'altra richiesta di visto di Feltrinelli con l'identità falsa di Giancarlo Scotti. Notiamo una certa somiglianza tra questa foto e l'identikit del mafioso Matteo Messina Denaro che la polizia italiana sta trasmettendo nei mass media.
 

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