mercoledì 26 ottobre 2016
Una morte annunciata per colpa di Washington?
L’impressione che ho avuto leggendo per la prima volta gli articoli del 1978 (avevo 5 anni all’epoca) è che il giallo Moro potesse evolvere solo in una lunga agonia del presidente prima dell’esecuzione. Gli spagnoli della Vanguardia mi hanno convinto. Secondo loro, un ritorno di Moro vivo avrebbe creato più problemi di una sua brutale esecuzione. Una volta che le BR erano riuscite a dividere la Democrazia Cristiana, e a far scrivere al presidente parole di fuoco contro i suoi colleghi - scrissero - Moro era politicamente finito. Come si sarebbe potuto inserire nel parlamento italiano? Sempre il giornale La Vanguardia, durante il sequestro Moro, riportò le risolute affermazioni dell’ambasciatore americano Richard Gardner rilasciate a Milano in forma privata a dei sindacalisti: “Non aiuteremo in nessuna forma il governo italiano a combattere il terrorismo delle Brigate Rosse - disse -, finché il partito comunista avrà il suo peso specifico nella vita politica del paese”. Precisò anche qualcos’altro: che il PCI non poteva dirsi cambiato se accusava la Cia di sostenere il terrorismo italiano. In sostanza, il governo statunitense abbandonava Aldo Moro alla sua sorte, ed è un fatto molto grave. Per di più, le stesse accuse del PCI contro Washington, le lanciavano nello stesso periodo i servizi segreti ex cecoslovacchi. Il loro dossier sul terrorismo, a questo punto, va analizzato con ulteriore attenzione.
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